argomento: Giurisprudenza - Unione Europea
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In data 1° giugno 2016 la Corte di giustizia ha emesso la propria sentenza relativa al caso Niculaie Aurel Bob-Dogi (causa C-241/15). La Corte ha dunque chiarito i rapporti esistenti tra il mandato d’arresto europeo e i mandati d’arresto nazionali, stabilendo che l’art. 8, par. 1, lett. c), della decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri, come modificata dalla decisione quadro 2009/299/GAIdel Consiglio, deve essere interpretato nel senso che la nozione di «mandato d’arresto» deve essere intesa come designante un mandato d’arresto nazionale distinto dal mandato d’arresto europeo. Inoltre, la Corte ha chiarito che il suddetto articolo della decisione quadro deve essere interpretato nel senso che, quando un mandato d’arresto europeo, che si fonda sull’esistenza di un «mandato d’arresto», ai sensi di tale disposizione, non contiene alcuna indicazione dell’esistenza di un mandato d’arresto nazionale, l’autorità giudiziaria dell’esecuzione è tenuta a non darvi corso nel caso in cui essa, alla luce delle informazioni in suo possesso, constati che il mandato d’arresto europeo non è valido, in quanto è stato emesso senza che fosse stato effettivamente spiccato un mandato d’arresto nazionale distinto dal mandato d’arresto europeo.