argomento: Giurisprudenza - Unione Europea
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Nelle sue conclusioni sul ricorso presentato dalla Commissione contro una sentenza del Tribunale del 27 febbraio 2015 (Breyer c. Commissione, T-188/12) che aveva annullato una decisione della stessa Commissione di negare a un individuo l’accesso alle memorie che l’Austria aveva depositato presso la Corte di giustizia nell’ambito di un procedimento per inadempimento avviato contro detto Stato membro, l’avvocato generale Bobek ha proposto, il 21 dicembre 2016, di confermare la sentenza del Tribunale. A giudizio dell’Avvocato generale, infatti, il regolamento n. 1049/2001, relativo all’accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, impone a quest’ultima di concedere ai terzi l’accesso alle memorie, di cui essa detenga copia, presentate da uno Stato membro in una causa, come quella cui si riferivano tali memorie, già conclusasi all’epoca della richiesta di accesso.
Nel contempo, però, l’avvocato generale ha invitato anche la Corte di giustizia a riconsiderare i propri meccanismi interni in materia di accesso a certi documenti connessi alla sua attività giurisdizionale, quali gli atti giudiziari c.d. esterni (come appunto le memorie presentate dalle parti). Infatti, pur non essendo vincolata dal diritto di accesso ai documenti allorché esercita le proprie funzioni giurisdizionali, la Corte deve considerarsi assoggettata al principio di apertura. Una maggiore apertura, ad avviso di Bobek, non solo incrementerebbe la fiducia del pubblico nel sistema giudiziario dell’Unione, ma migliorerebbe altresì la qualità della giustizia in generale.