Il Diritto dell'Unione EuropeaEISSN 2465-2474 / ISSN 1125-8551
G. Giappichelli Editore

15/12/2016 - La Corte chiarisce alcuni aspetti relativi alla portata della direttiva UE in materia di lotta contro i ritardi di pagamento

argomento: Giurisprudenza - Unione Europea

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Con una sentenza del 15 dicembre 2016, resa nel caso Nemec (causa C–256/15), la Corte di giustizia ha affermato, in sostanza, che la direttiva 2000/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 giugno 2000, relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, va interpretata nel senso che una persona fisica titolare di un’autorizzazione all’esercizio di attività in qualità di artigiano autonomo dev’essere considerata un’“impresa” ai sensi di detta disposizione, e il contratto concluso da tale persona va considerato come una “transazione commerciale” ai sensi della stessa disposizione, se tale contratto, pur non rientrando tra le attività oggetto dell’autorizzazione, si riferisce ad un’attività economica o professionale autonoma strutturata e continuativa, il che deve essere verificato dal giudice del rinvio alla luce dell’insieme delle circostanze del caso lui sottoposto.

Inoltre, sempre secondo la Corte, la citata direttiva dev’essere interpretata nel senso che essa non osta a una norma nazionale, quale quella (slovena) in questione nel procedimento principale, che prevede che gli interessi di mora maturati ma non pagati cessino di decorrere quando il loro ammontare raggiunge l’importo del capitale.