Il Diritto dell'Unione EuropeaEISSN 2465-2474 / ISSN 1125-8551
G. Giappichelli Editore

15/12/2016 - Libera circolazione delle persone e accesso a sussidi economici per gli studi. I figli del coniuge o del partner riconosciuto di un lavoratore transfrontaliero possono essere considerati come figli dello stesso al fine di poter beneficiare di una borsa di studio

argomento: Giurisprudenza - Unione Europea

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Con una sentenza del 15 dicembre 2016, resa nel caso Depesme e Kerrou e a. (cause riunite da C–401/15 a C–403/15), la Corte di giustizia ha stabilito che l’art. 45 TFUE e l’art. 7, par. 2, del regolamento (UE) n. 492/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2011, relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione, vanno interpretati nel senso che deve intendersi per figlio di un lavoratore frontaliero che può beneficiare indirettamente dei vantaggi sociali di cui a quest’ultima disposizione, quali il finanziamento degli studi concesso da uno Stato membro ai figli dei lavoratori che esercitano o hanno esercitato la propria attività in tale Stato, non solo il figlio che ha un legame di filiazione con il lavoratore in parola, ma altresì il figlio del coniuge o del partner registrato del lavoratore suddetto, laddove quest’ultimo provveda al mantenimento di tale figlio. Quest’ultimo requisito risulta da una situazione di fatto che spetta all’amministrazione e, se del caso, ai giudici nazionali, verificare senza che gli stessi siano tenuti a stabilire le ragioni di detto sostegno né a quantificarne l’entità in modo preciso.