argomento: Normativa - Straniera
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Il 7 marzo 2017, la House of Lords ha terminato il suo esame dell’European Union (Notification of Withdrawal) Bill, il disegno di legge di autorizzazione alla notifica da parte del Primo Ministro, come richiesto dall’art. 50 TUE, della decisione del Regno Unito di recedere dall’Unione europea, presentato dal Governo dopo la sentenza della Supreme Court del gennaio scorso.
Mentre nel passaggio alla House of Commons il testo del Bill non era stato modificato, i Lords hanno invece approvato due emendamenti. Il primo, votato il 1° marzo con 358 voti a favore contro 256, vincola il Governo a formulare proposte affinché i cittadini dell’Unione residenti nel Regno Unito continuino a godere dei diritti acquisiti in base al diritto dell’Unione. Il secondo, approvato lo stesso 7 marzo con una maggioranza di voti favorevoli analoga (366 contro 268), condiziona la conclusione dell’accordo di recesso previsto dal citato art. 50, la conclusione del futuro accordo destinato a disciplinare il nuovo rapporto del Regno Unito con l’Unione dopo il recesso, e finanche l’eventuale decisione del Primo Ministro di recedere senza alcun accordo ai sensi dell’art. 50, alla previa autorizzazione di ambedue i rami del Parlamento britannico.
A questo punto, il Bill, come emendato dai Lords, tornerà il 13 marzo alla House of Commons la quale può accettare, respingere o modificare gli emendamenti di cui sopra; e in questi ultimi due casi l’adozione finale si avrà solo al raggiungimento di un accordo su un testo condiviso tra le due Houses. La navette a questo fine tra di esse si svolgerà, data l’importanza e l’urgenza della questione, sulla base della procedura accelerata del c.d. parliamentary ping pong, che vede succedersi a ritmi serrati e senza interruzione, nell’arco di una o più giornate, le rispettive letture di ciascuno dei due rami del Parlamento fino al raggiungimento di un accordo.