argomento: Giurisprudenza - Unione Europea
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Con una sentenza del 25 marzo 2021 (C-565/19 P, Armando Carvalho e a. c. Parlamento e Consiglio), la Corte di giustizia ha avuto modo di precisare che affermare che un atto dell’Unione viola i diritti fondamentali non basta, di per sé, a rendere ricevibile il ricorso di un privato cittadino dinanzi al Tribunale dell’Unione, altrimenti i requisiti di ricevibilità sanciti dal TFUE sarebbero svuotati della loro essenza. Essa rammenta, in particolare, che il giudice dell’Unione non può, a meno di oltrepassare la sua competenza, interpretare tali requisiti in maniera tale da finire con il discostarsi da quanto espressamente previsto dal TFUE, neanche alla luce del diritto fondamentale a una tutela giurisdizionale effettiva sancita dalla Carta dei diritti fondamentali.