argomento: Giurisprudenza - Unione Europea
Articoli Correlati: procedimenti giurisprudenziali internazionali -
Il 6 ottobre 2015 la Corte di giustizia (Grande Sezione) ha reso la sentenza relativa al caso Commissione / Consiglio (causa C-73/14), nel quale il Consiglio adduceva la violazione, da parte della Commissione, della propria competenza a decidere riguardo alla posizione dell’Unione europea in procedimenti giurisdizionali internazionali, ai sensi dell’art. 218, par. 9, TFUE o, in ogni caso, ai sensi dell’art. 16, par. 1, TUE nonché del principio di leale collaborazione tra le istituzioni dell’Unione.
Al riguardo, la Corte ha statuito che l’art. 335 TFUE riconosce alla Commissione la capacità di rappresentare in giudizio l’UE non solo in ciascuno degli Stati membri, ma anche dinanzi a giurisdizioni internazionali e che, al contrario, l’art. 218, par. 9, TFUE si applica a situazioni nelle quali l’Unione interviene all’interno di un organo collegiale con funzioni deliberative o esecutive per concorrere alle sue decisioni e ovviamente davanti ad un organo giurisdizionale.
La Corte ha altresì escluso che la partecipazione della Commissione a un procedimento dinanzi al Tribunale del mare comporti una violazione della competenza del Consiglio di definire le politiche dell’UE, quale prevista dall’art. 16, par. 1, TUE. Né si può ritenere che ne risulti una violazione delprincipio di leale cooperazione tra le istituzioni, nella misura in cui la Commissione abbia comunicato al Consiglio i principali elementi delle osservazioni che intende presentare a nome dell’Unione nel quadro di quel procedimento.