argomento: Documentazione - Unione Europea
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Nel corso della periodica tornata dedicata alle procedure di infrazione, la Commissione europea ha adottato il 27 aprile 2017 il consueto pacchetto mensile di decisioni in materia, riguardanti l’apertura di nuove procedure ovvero l’aggravamento o l’archiviazione di procedure già aperte. Complessivamente le decisioni prese sono state 258, che includono, accanto a 155 archiviazioni, 45 pareri motivati, 11 ricorsi alla Corte di giustizia (di cui 5 ai sensi dell’art. 260, par. 3, TFUE) e 26 aperture di nuove procedure d’infrazione.
Le decisioni più rilevanti del pacchetto sono state specificatamente segnalate dalla Commissione in un apposito Comunicato stampa.
Per quanto riguarda invece l’Italia, le decisioni sono state 10. Di queste, 2 sono consistite in pareri motivati ex art. 258 TFUE (di cui uno, con Comunicato stampa, riguardante il superamento dei valori limite di PM10), 1 in una lettera di messa in mora complementare ai sensi dello stesso articolo e 1 in un ricorso alla Corte di giustizia, sempre ex art. 258 TFUE, relativo al prezzo dei carburanti in Friuli Venezia-Giulia (cfr. ugualmente il Comunicato stampa allegato). A fronte di ciò la Commissione ha archiviato 6 procedure d’infrazione.
Il saldo a carico dell’Italia scende pertanto a 66 procedure d'infrazione pendenti, di cui 51 per violazione del diritto dell’Unione e 15 per mancato recepimento di direttive.
Va infine segnalato che il giorno precedente a quello del pacchetto infrazioni, la Commissione ha aperto, con l’adozione della relativa lettera di messa in mora, una procedura d’infrazione nei confronti dell’Ungheria per gli emendamenti, approvati dal Parlamento di quel Paese il 4 aprile scorso, all’Hungarian Higher Education Act (CCIV), emendamenti che vanno a incidere sull’attività di enti universitari non ungheresi. Sulla base di un’approfondita valutazione giuridica di tali emendamenti, infatti, la Commissione europea è arrivata alla conclusione che gli stessi non sono compatibili con le libertà fondamentali del mercato interno (nella specie la libera prestazione dei servizi e la libertà di stabilimento), e con il diritto alla libertà accademica, il diritto all'istruzione e la libertà d’impresa, quali previsti dagli articoli 13, 14 e 16 dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nonché con gli obblighi gravanti sull'Unione ai sensi del diritto commerciale internazionale. Alle autorità ungheresi è stato concesso un mese per rispondere alla lettera di messa mora.