argomento: Giurisprudenza - Straniera
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In caso di dubbi sull'interpretazione e l'applicazione del diritto dell'Unione europea nei procedimenti dinanzi al giudice ordinario per il riesame di richieste di estradizione ricevute nell'ambito dell'assistenza giudiziaria reciproca tra Stati membri dell'Unione, il diritto al giudice naturale esige che gli stessi siano deferiti alla Corte di giustizia dell'Unione in via pregiudiziale.
Il mancato rispetto dell’obbligo di rinvio imposto ai giudici ordinari non viola in ogni caso la garanzia di cui all'art. 101 (1) seconda frase della Legge fondamentale tedesca (Grundgesetz). Tuttavia, tale diritto risulta leso se una questione interpretativa non è stata ancora pienamente risolta dalla giurisprudenza della Corte e un giudice ordinario supera in modo eccessivo il margine di valutazione che altrimenti necessariamente gli spetta nell’interpretare e applicare il diritto dell'Unione europea.
Ad oggi, la Corte di giustizia non ha ancora determinato in modo definitivo quali standard minimi specifici derivano dall'art. 4 della Carta dei diritti fondamentali in relazione alle condizioni di detenzione, né ha chiarito gli standard di revisione applicabili alle condizioni di detenzione ai sensi del diritto dell'Unione. Pertanto, un giudice ordinario supera certamente il suo margine di valutazione se si basa sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo come richiesto dall'art. 52 (3) della Carta, ma lo fa solo in modo selettivo imprimendo autonomamente sviluppi a quanto previsto dal diritto dell'Unione.
Per questi motivi, il Secondo Senato della Corte costituzionale tedesca ha accolto, con un’ordinanza del 19 dicembre 2017, una richiesta di risarcimento nel quadro di un ricorso costituzionale contro l’ordinanza dell'Alta corte regionale anseatica (Hanseatisches Oberlandesgericht) che aveva autorizzato l'estradizione del ricorrente in Romania e rimandato il caso alla Corte.