argomento: Giurisprudenza - Straniera
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Con una sentenza resa il 3 febbraio 2016, la Corte Suprema del Regno Unito (causa B (a child) [2016] UKSC 4) si è pronunciata sull’interpretazione della nozione di “residenza abituale” ai sensi dell’art. 8, para. 1, del regolamento (CE) 2201/2003, più noto come regolamento Bruxelles II bis. La Corte, infatti, chiamata a stabilire quando può considerarsi persa la residenza abituale di un minore ai sensi di detta disposizione, ha individuato alcuni elementi idonei a determinarne la portata: il grado di integrazione del minore nello Stato di precedente residenza, la pianificazione del trasferimento e l’eventuale trasferimento, unitamente al minore, anche delle persone più importanti nella vita dello stesso. La Corte Suprema, ricordando la giurisprudenza della Corte di giustizia nei casi A (causa C-523/07) e Mercredi (causa C-497/10 PPU), ha annullato le decisioni dei tribunali di grado inferiore ritenendo che la residenza abituale non può essere ragionevolmente persa prima che una nuova residenza sia acquisita, e che dunque la volontà della parte convenuta di risiedere in Pakistan a titolo permanente non ha provocato la perdita di residenza abituale nel Regno Unito. Tale decisione costituisce una evoluzione della precedente giurisprudenza della Corte Suprema, secondo la quale è l’autorità giudicante a dover scegliere la nozione di residenza abituale più rispondente agli interessi del minore.